Rudi Bardi

Perché dipingo? Io che sino a due anni fa non avevo mai preso un pennello in mano?
Mi sono risvegliato, dopo due anni e mezzo, da un Profondo Coma, fisico, esistenziale.
Stordito guardavo il Mondo.
Volendo “parlare” ho iniziato a balbettare un idioma sconosciuto.
Come se uno Sherpa Tibetano si svegliasse è iniziasse a declamare versi dell’Iliade in Greco Antico.
Dovevo parlare quella “lingua”, l’ unica capace di confessare l’ inconfessabile, l’ unica capace di far perdonare l’ imperdonabile.
Capace di “ricombinare i miei atomi” e ricostruire una “nuovissima” rielaborazione di TUTTO.

Per farla breve…io DEVO dipingere. Non posso farne a meno.

Tutto il mio pensiero, la mia attenzione è concentrata (intenzionalmente o come pensiero automatico, azione involontaria come il battito cardiaco) sulle Immagini. Sono loro che, ora, mi danno Serenità o Dolore.

Ma Io non dipingo il Dolore.
Dipingo la sua Elaborazione.
Non Dipingo i Traumi o i Peccati, il Passato, ma il loro essere parte del Momento Presente.

Sono “preda” di una Volontà Fantastica, di un Sentimento Fantastico.
Quando inizio a dipingere La Vergine penso: “…guarda i Capelli del Paradiso”.
Non so cosa mi è successo ma mi sento Miracolato.

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